NBN_resolver

Yevgeny Yevtushenko can be considered one of the most representative poets of the post-Stalin generation. As an interpreter of the cultural needs of the younger generations during the De-Stalinization and the Khrushchev era, Yevtushenko is placed on both sides of that curtain that divides the world into opposing blocs. The paper aims at investigating the deployment of Yevtushenko's poetry, with references to his autobiographical writings (Autobiografija, in particular) and to its role of ideological performer and interpreter of the historical and cultural 'thaw'.

Poeta controverso e discusso, Evgenij Evtušenko è l’intellettuale più rappresentativo della generazione poetica post-staliniana che esordisce nella seconda metà degli anni Cinquanta. Intersecando la propria prassi artistica a un engagement politico e pubblicistico trasversale, dai toni provocatori che, tuttavia, non sfociano mai in dissidenza, il poeta diventa l’idolo dei giovani sovietici che accorrono alle sue apparizioni pubbliche. Interprete delle esigenze culturali della più giovane generazione sovietica e delle controverse modalità di veicolazione del processo di de-stalinizzazione dell’era chruščeviana, Evtušenko si pone su entrambi i lati di quella cortina che divide il mondo in blocchi contrapposti. La fama e il consenso che ottiene presso il pubblico sovietico, così come il suo sforzo di farsi portavoce di un rinnovamento che, seppur con le sue contraddizioni, investe la Russia post-staliniana, gli garantiscono lo status di autentico ‘tribuno civico’ in patria, così come all’estero. Il contributo si propone di indagare il dispiegamento di tali controversie nell’opera poetica di Evtušenko, con riferimento agli scritti autobiografici (Autobiografia precoce, in particolare), nel suo ruolo di performer ideologico e di interprete di eccellenza di un ‘disgelo’ storico e culturale che si sforza di guardare a Ovest.

10.13125/2039-6597/1959