• Separate Writings: Textual Autocensorship and Visual Imposition of Bondage in Dino Buzzati's Works
  • Scritture separate: autocensura testuale e imposizione visuale del bondage in Dino Buzzati
  • Lunardi, Antonio

Description

  • The last period of Dino Buzzati's literary production (1960-1971) offers topics and stylistic forms that significantly diverge from the author's persona as prematurely proposed by criticism. Buzzati's prose here includes erotic and sensuous themes, while the author adds some visual elements that become increasingly pivotal in their experimentalism. This twist on contents and forms reaches is apex in some images of bondage proposed in Buzzati's "opere doppie" (Coglitore):  Le storie dipinte, Poema a fumetti e I miracoli di Val Morel. The drawings in the books are frequently explicit, but bondage is never present in the text, where nothing but distant allusions to it can be found.Moving from Gius Gargiulo's work on the topic, this study interrogates this feature of the works going beyond the level of autocensorship. I will propose to read Buzzati's formal choice through the concepts of aesthetism and suspension that Gilles Deleuze recognizes as peculiar of masochism in his study on Leopold von Sacher-Masoch Masochism: Coldness and Cruelty.Buzzati's works are therefore contextualized in literary and cinematographic Italian production between 1965 and 1975, with reference to Gianni Celati's Il chiodo in testa and Liliana Cavani's Il portiere di notte. I therefore compare the aesthetic function of bondage in Buzzati's paintings to the narrative function of the masochistic scene in Pier Vittorio Tondelli's Camere Separate.  
  • L’ultima fase della produzione letteraria di Dino Buzzati (dal 1960 al 1971) propone temi e forme stilistiche in controtendenza rispetto alla figura dell’autore precocemente tratteggiata dalla critica italiana. Se da un lato la precisione algida della prosa metafisica buzzatiana si arricchisce di elementi erotici e sensuali, dall’altro l’autore inserisce nelle sue opere elementi visivi via via più centrali ed estremi nel loro sperimentalismo.Questa svolta contenutistica e formale raggiunge un vertice comune nelle immagini di bondage e sadomasochismo proposte nelle “opere doppie” (Coglitore) buzzatiane: Le storie dipinte, Poema a fumetti e I miracoli di Val Morel. Se i disegni presentati nei libri sono spesso espliciti, la tematica sadomasochista non coinvolge quasi mai il testo, che ci allude soltanto velatamente.Partendo dagli studi di Gius Gargiulo ed Enrico Baj sull’argomento, questo articolo discuterà l’autocensura dell’autore riguardo al tema del sadomasochismo. In particolare, si vedrà come Buzzati, escludendo il sadomasochismo dal testo, lo releghi alla parte visuale delle sue opere, la quale è appunto oggetto principale delle critiche più negative e dei primi tentativi di censura da parte dell’editore Mondadori.Problematizzando quindi la tesi di Gargiulo (il quale individua nell’iconismo di Buzzati la prima occorrenza del bondage nella letteratura italiana dalla Vita di Vittorio Alfieri) si proporrà un parallelo fra la proposta essenzialmente estetica del sadomasochismo buzzatiano e la sua funzione narrativa in un’opera appena successiva come Camere separate di Pier Vittorio Tondelli. Verrà inoltre considerato lo studio sul masochismo Il freddo e il crudele di Gilles Deleuze.

Date

  • 2015-05-12

Type

  • info:eu-repo/semantics/article
  • info:eu-repo/semantics/publishedVersion

Format

  • application/pdf

Identifier

Relations