• Loosely adapted from… Stories, codes, travels, mediations between literature and cinema
  • Liberamente tratto da... Storie, codici, tragitti, mediazioni tra letteratura e cinema
  • Meneghelli, Donata

Description

  • Starting from a survey of the most recent studies on the topic, the essay proposes a critical reflection on adaptation and the (possible) borders of this cultural practice. It particularly focuses on the issues raised by cinematic adaptation of literary texts, a phenomenon which needs to be contextualized in the larger field of relationships between literature and cinema. Such issues, however, do not emerge in the same way for any text: they are especially urgent when we tackle the cinematic adaptation of canonical texts, that is, of the ‘great’ works of western tradition. It is mainly in this context that the question of fidelity crops up. Such a question is not a neutral one: it always hides an implicit hierarchy, a defensive attitude toward literature and its supposed axiological superiority. Literature, in short, would be a ‘higher’ cultural form, characterized by dignity, a creative and original dimension which cinema, as popular and mass art, would lack. Against this implicit axiology, which was already denounced by French critic André Bazin in the late 1940s, the essay focuses on the complexity of narrative’s ‘travels’ from literature to cinema. Taking as a case study the 1962 cinematic adaptation of Svevo’s novel Senilità by director Mauro Bolognini, the essay ends by exploring some of the implications and lines of inquiry raised by Linda Hutcheon’s suggestive notion of «instability of narrative identity».
  • Il saggio, a partire da una ricognizione della più recente letteratura critica sull’argomento, vuole proporre una riflessione critica sull’adattamento, sui confini che delimitano tale pratica e, in particolare, sulle questioni specifiche messe in gioco dall’adattamento cinematografico dei testi letterari, all’interno del più vasto campo dei rapporti tra letteratura e cinema. Tali questioni investono in primo luogo l’adattamento dei testi del canone, i ‘grandi’ testi della tradizione occidentale: è soprattutto in questo contesto che viene chiamata in causa la nozione di fedeltà. ‘Fedeltà’ è un termine apparentemente neutrale, che in realtà nasconde sempre un’implicita gerarchia e un atteggiamento difensivo nei confronti di una supposta superiorità assiologica della letteratura come forma ‘alta’, dotata di una dignità, di un’indipendenza creativa che mancherebbero al cinema in quanto arte popolare e di massa. Contro questa assiologia implicita già denunciata con grande anticipo da André Bazin, il saggio vuole mostrare la complessità e la ricchezza dei percorsi tra letteratura e cinema. Prendendo come esempio un film scarsamente conosciuto, quello che Mauro Bolognini realizza nel 1962 a partire dal romanzo Senilità, la riflessione si conclude esplorando alcune delle molteplici implicazioni rintracciabili nella nozione, proposta da Linda Hutcheon, di «identità instabile di un racconto».

Date

  • 2012-11-18

Type

  • info:eu-repo/semantics/article
  • info:eu-repo/semantics/publishedVersion

Format

  • application/pdf

Identifier

Relations