• Figures of desire and repression in the Conformist by Bertolucci
  • Figure del desiderio e della rimozione nel "Conformista" di Bernardo Bertolucci
  • Ivaldi, Federica

Description

  • Set during the Fascist era, the novel The Conformist (1951) by Moravia tells the story of Marcello, a member of OVRA obsessed by the need to feel equal to other people. It is a theory novel that links homosexuality to repression and fascism. The rewriting of Bertolucci (1970) reinforces the Freudian key: on the big screen, the iron temporal and causal progression of the novel is demolished by the free use of flashbacks, while any mention of fate disappears and Marcello becomes the filter of the entire narrative. Psychoanalysis is the keystone that holds up the film, replacing the mechanical progression of fate with the bi-logic of the unconscious.To repress his homosexuality - not accepted by society but, first of all, by the protagonist himself - Marcello tries to conform in everything  to society and the particular historical-political moment. Marriage and adherence to fascism are the two instruments of this conformism strategy;  the female figures, in particular, play an essential role,  through a game of duplication and reflections, taking shape as the subject of a real desire or instead of a desire mediated by the will of repression and denial of unacceptable impulses, unspeakable memories and sense of guilt.In fact, playing with the image, editing and interference with sound, Bertolucci seems to suggest deep meanings which contrast with the surface of the text, and proposes a particular declination of the "Freudian rhetoric" of the text: referring to the critical psychoanalytic approach offered by Francesco Orlando, the essay investigates the semiotic-linguistic manifestations of compromise formation between desire and denial of the protagonist and analyzes moments of the film that reflect simultaneously the two psychic forces in conflict.
  • Il Conformista di Moravia (1951), ambientato in epoca fascista, narra la vicenda di Marcello, membro dell’OVRA ossessionato dalla necessità di sentirsi uguale agli altri. Si tratta di un romanzo a tesi che lega l’omosessualità alla repressione e al fascismo. L’operazione di riscrittura di Bertolucci (1970) potenzia la chiave freudiana: sul grande schermo, la ferrea progressione temporale e causale del romanzo è scardinata attraverso un uso spregiudicato del flashback, mentre scompare ogni accenno al fato e Marcello diventa filtro dell'intera narrazione. La psicoanalisi rappresenta la chiave di volta che regge il film, sostituendo la meccanicità progressiva del fato con la bi-logica dell’inconscio.Per tacitare la propria omosessualità – non accettata a livello sociale ma, prima di tutto, dal protagonista stesso – Marcello tenta di conformarsi in tutto e per tutto alla società e al particolare momento storico-politico. Il matrimonio e l’adesione al fascismo sono i due strumenti di questa strategia di conformismo; le figure femminili, in particolare, attraverso un gioco di duplicazioni e rispecchiamenti, ricoprono un ruolo cardine, configurandosi ora come oggetto di un desiderio reale ora invece di un desiderio mediato dalla volontà di rimozione e negazione delle pulsioni non accettabili, dei ricordi indicibili e dei sensi di colpa.Giocando con l’immagine, il montaggio e le interferenze col sonoro, Bertolucci sembra suggerire infatti significati profondi, che contrastano con la superficie del testo, e proporre una particolare declinazione della “retorica freudiana” del testo: richiamandosi all’approccio critico psicanalitico offerto da Francesco Orlando, l’intervento indaga le manifestazioni semiotico-linguistiche della formazione di compromesso fra desiderio e negazione da parte del protagonista ed analizza alcuni momenti del film che riflettono simultaneamente le due forze psichiche in contrasto. 

Date

  • 2013-06-17

Type

  • info:eu-repo/semantics/article
  • info:eu-repo/semantics/publishedVersion

Format

  • application/pdf

Identifier

Relations