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The plant in between: Analogism and entanglement in an Italian community of anthroposophists

The plant in between: Entanglement and analogism in an Italian community of anthroposophists

The article analyses the special relationship with the world of plants developed by anthroposophy from the framework of a new perspective called the “plant turn” (Myers 2015). Anthroposophy (AS) is analysed as a peculiar form of Analogism (Descola 2005), historically derived from the philosophy of Rudolf Steiner and subsequently evolved into contemporary AS practices that the author encountered during her fieldwork in a community of North-Eastern Italy. Both Steiner’s texts and the analysis of contemporary practices of AS reveal a relationship with the world of plants that the author reads in light of Ingold’s categories of “interweaving” of the world, the interpenetration of elements, and their ceaseless becoming (Ingold 2011). The result is a representation of the vegetal world involving the whole cosmos, humans and non-humans, terrestrial and celestial, in a cosmic expansion of the relations between beings typical of Analogisms. The practices referring to the vegetal world enacted by anthroposophists are intense, engaging, dialogue-based and provocative in their ability to uproot many elements of naturalism and deal with a contemporary world characterised by ecological crisis.

Questo testo si articola all’interno della svolta denominata “Plant Turn” (Myers 2015) ed analizza il particolare rapporto intessuto dall’antroposofia con le piante. L’Antroposofia è qui analizzata come una forma particolare di analogismo (Descola 2005), cresciuta storicamente a partire dalla filosofia di Rudolf Steiner fino alle pratiche antroposofiche contemporanee che l’autrice incontra con i suoi lavoro sul campo presso una comunità di antroposofi del nordest italiano. Sia la lettura dei testi steineriani che l’analisi delle pratiche contemporanee di Antroposofia, mostrano un rapporto con il mondo vegetale che viene letto dall’autrice con le categorie ingoldiane della “ tessitura” del mondo, del divenire e del compenetrarsi tra elementi (Ingold 2011). Ne deriva una rappresentazione del mondo vegetale che coinvolge il cosmo intero, umani e non umani, terrestri e non, in una espansione cosmica delle relazioni tra gli esseri tipica degli analogismi. Le pratiche relative al mondo vegetale, attivate dagli antroposofi incontrati, sono intense, coinvolgenti, dialoganti e provocatorie nel loro scardinare molti elementi del naturalismo e nel mostrarsi capaci di confronto con un mondo contemporaneo caratterizzato dalla crisi ecologica.

10.7340/anuac2239-625X-2530