• The Faceless Masks. The Tragic “Hero” in the Nouveau Roman
  • Le maschere senza volto. Gli eroi “tragici” del nouveau roman
  • Chiurato, Andrea

Description

  • As many other experimental writers of the XX century, the nouveaux romanciers have paid a particular attention to the role and the scope of the tragedy in the modern world. By questioning its conceptual and prototypical structures they thus wished to understand its everlasting influence on our civilisation and, at the same time, to undercover its ideological underpinnings. That’s perhaps the reason behind their fascination for the long vexed questions related to status of the tragic hero in the contemporary age; the same questions which, since the beginning of the Fifties, aroused a heated debate among themselves.Robbe-Grillet – the leading light of the group – regarded indeed such figure with a certain suspicion because of its close connection with the notions of “fate” and “destiny”; while other novelist, as Michel Butor, rather praised its potential as a metaphor of the human condition. The aim of my paper to provide an overview of their production from Les gommes (1953) and L’emploi du temps (1956) to Sphinx en chapeau (1984) in order to highlight their different approaches to the same subject – the story of Oedipus – as well as the differences between their own artistic visions.
  • Tra i vari movimenti sperimentali affermatisi nel corso del secondo Novecento il nouveau roman offre un’occasione quanto mai preziosa a chi volesse riconsiderare il mutevole valore e le innumerevoli funzioni attribuite al “tragico” alle soglie dell’era postmoderna. Posta al centro del dibattito critico da Alain Robbe-Grillet, la riflessione sull’ambiguo statuto di questo peculiare genere ha d’altronde rappresentato un momento cruciale nella definizione dell’identità dell’école du regard e del suo peculiare rapporto con la tradizione del canone occidentale.Robbe-Grillet, dal canto suo, pur ispirandosi alla vicenda di Edipo nella sua opera d’esordio, non esiterà in seguito a condannare la tragedia come ingannevole forma di compromesso tra l’uomo e le choses e a rifiutare, insieme a essa, la “metafisica della presenza” di cui sarebbe espressione. Altri nouveaux romanciers – tra cui Michel Butor – preferiranno invece sfruttarne le potenzialità in maniera inedita, ritenendola uno sfondo mitopoietico ideale su cui far emergere i tratti essenziali di una condizione esistenziale all’insegna del crollo delle grandi narrazioni.Al di là delle diverse intenzioni, la rivisitazione della “forma” in sé (in chiave parodica o attualizzante) ha di conseguenza svolto un ruolo cruciale sia nella decostruzione del “personaggio-uomo”, sia nella contestazione delle cosiddette “nozioni scadute” tanto indigeste a questa eterogenea collection d’écrivains. Da Les gommes (1953) a L’emploi du temps (1956), per arrivare sino a Sphinx en chapeau (1984), si potrebbero menzionare numerosi esempi a tal riguardo, segno di una fascinazione costante, ma non per questo meno conflittuale, destinata a esercitare una profonda influenza su alcuni dei maggiori dei successi editoriali dello sperimentalismo francese.Un’influenza di cui oggi, ormai esauritisi gli accesi toni dello scandalo e della provocazione che accompagnarono l’affermazione del “nuovo romanzo” sulla scena internazionale, occorre valutare meglio la reale portata.

Date

  • 2017-11-30

Type

  • info:eu-repo/semantics/article
  • info:eu-repo/semantics/publishedVersion

Format

  • application/pdf

Identifier

Relations