NBN_resolver

This article is divided into a premise and two parts: in the first, the author discusses how, from Aristotle’s Poetics onwards, tragic theory and criticism have tackled the issue of innocence and undeserved suffering; in the second, by analyzing the conventional opposition between tragedy and the novel, the author claims that the idea of the novel as an anti-tragic genre stems from a substantially anti-tragic idea of tragedy itself, which proves very resilient in modern theories. Undeserved suffering is then discussed as a conceptual means to overcome this theoretical stalemate.

Questo saggio si compone di una premessa e due parti: nella prima l’autrice discute la maniera in cui la teoria e la critica della tragedia, a partire dalla Poetica di Aristotele, hanno affrontato la questione dell’innocenza e della sofferenza immeritata; nella seconda, analizzando la tradizionale opposizione tra romanzo e tragedia, l’autrice sostiene che all’origine dell’idea che il romanzo sia un genere anti-tragico ci sia una visione sostanzialmente anti-tragica della tragedia, molto resistente nelle teorie moderne. L’idea della sofferenza immeritata viene discussa come mezzo per superare questa impasse teorica.

10.13125/2039-6597/3067