• To Pretend is to Know Oneself. The ontology of the Character and the State or Quality of the Self which we Call ‘Sincerity’
  • Fingersi è conoscersi. L’ontologia del personaggio e quello stato o qualità del sé chiamato ‘sincerità’
  • Tagliapietra, Andrea

Description

  • The aim of this essay is to enhance the potential of literary and theatrical ‘fiction’ according to three different registers: logical, gnoseological, modal. From the logical point of view, the poetic-dramaturgical fiction challenges the Aristotelian principle of non-contradiction: in the symbolic act in which x simulates being y, x doesn’t cease to be himself/herself to become other. Fiction does not imply abandoning an identity to conquer a new and different one: it is the coexistence of sameness and difference, of identity and its inexhaustible alteration. It is a contradictory coexistence in relation to classical logic, but this contradiction is the irrevocable nature of the symbolic-imaginative activity of the human being. According to the gnoseological perspective, a careful analysis leads to a re-thinking of the static opposition between true and false, so that in the ‘simulation’ x and y are either both true or both false; a gnoseology based on an inclusive disjunction replaces the one based on an exclusive logic. Finally, from the modal point of view, the poetic-literary fiction breaks the mechanism that submits the possible to the real, relegating it to non-existence and non-actuality. The great novel, when it is really a great novel, actualizes the possible and at the same time makes the real possible. Neither the static nature of reality, nor the evanescence of possibility, but the vertigo of virtuality is the proper dimension of narrative fiction, that is, no longer the dimension of the individual but of its pathic and unintentional background: the singularity.
  • L’obiettivo del presente saggio è valorizzare le potenzialità della "finzione" letteraria e teatrale secondo tre diversi registri: (a) logico (b) gnoseologico (c) modale. Dal punto di vista logico, la finzione poetico-drammaturgica sfida il principio aristotelico di non contraddizione: nell'atto simbolico in cui x simula di essere y, x non cessa di essere sé stesso per diventare altro. La finzione non implica l'abbandono di un'identità per conquistarne una nuova e diversa: essa è la coesistenza di identità e differenza, dell’identità e della sua inesauribile alterazione. È una coesistenza contraddittoria rispetto alla logica classica, ma questa contraddizione è la natura irrevocabile dell'attività simbolico-immaginativa dell'essere umano. Secondo una prospettiva gnoseologica, un'attenta analisi conduce a un ripensamento dell'opposizione statica tra vero e falso, cosicché nella "simulazione" x e y sono entrambi veri o entrambi falsi; una gnoseologia basata su una disgiunzione inclusiva sostituisce quella basata su una logica esclusiva. Infine, dal punto di vista modale, la finzione poetico-letteraria rompe il meccanismo che sottomette il possibile al reale, relegandolo all'inesistenza e alla non attualità.Il grande romanzo, quando è davvero un grande romanzo, attualizza il possibile e allo stesso tempo possibilizza il reale. Né la staticità della realtà, né l'evanescenza della possibilità, ma la vertigine della virtualità è la dimensione propria della finzione narrativa, cioè non più la dimensione dell'individuo ma del suo sfondo patico e inintenzionale: la singolarità.

Date

  • 2019-12-02

Type

  • info:eu-repo/semantics/article
  • info:eu-repo/semantics/publishedVersion

Format

  • application/pdf

Identifier

Relations