• Il narratore algoritmico
  • The Algorithmic Narrator
  • Sordi, Paolo

Description

  • La promessa di Facebook è renderci autori e lettori delle nostre stesse storie, ma in realtà il social network di Mark Zuckerberg costruisce una catena di montaggio della “narrazione narrabile” che imprigiona vite, biografie e racconti possibili. Processando i metadati, i comportamenti e le interazioni di miliardi di utenti all’interno del giardino chiuso della piattaforma, l’algoritmo si impone come un narratore onnisciente e totalitario, una macchina di storytelling predittivo a beneficio degli unici lettori che contano davvero: gli inserzionisti pubblicitari.Sulla scorta di riflessioni provenienti, tra gli altri, da Christian Salmon, Stefano Calabrese, James Gottschall, Raul Mordenti, Marie-Laure Ryan, e sulla base della visibile concentrazione nei media digitali del doppio ruolo di fornitori di contenuti e fornitori di infrastrutture di distribuzione, il contributo sostiene che la dittatura narrativa di Facebook cancella la promessa del Web come spazio di narrazioni aperto, collaborativo e partecipato dal basso.Ciò che resta dell’ipertesto è una “rete televisiva”, una piattaforma di broadcasting che privilegia oralità, video e slideshow in modo che con le loro performance dai palchi di TED e YouTube i guru dell’epica digitale e dell’innovazione possano affermarsi come le vere pop star di questa epoca neoliberista.
  • Facebook promises to make us readers and authors of our own stories, but in fact, Mark Zucerkberg’s social network has created a production line of narratable narration that imprisons lives, biographies, and possible tales. Processing the metadata, behaviors and interactions of billions of users within the platform’s walled garden, the algorithm imposes itself as an omniscient and totalitarian narrator, a predictive storytelling machine that benefits the only readers that truly count: advertisers.In light of reflections (among others) from Christian Salmon, James Gottschall, Raul Mordenti, and Marie-Laure Ryan, and based on the visible concentration in new media of the dual role of content providers and providers of distribution infrastructures (1), in this paper I will argue that Facebook’s narrative dictatorship overrides the Web as a space for open, collaborative and ground-up participatory narration. All that remains of the original hypertextual architecture is a television network, a broadcasting platform that favors orality, video and slideshows in such a way that gurus of innovation and the digital world become the new pop stars of our neoliberal era through Ted stages and YouTube videos.

Date

  • 2017-06-27

Type

  • info:eu-repo/semantics/article
  • info:eu-repo/semantics/publishedVersion

Format

  • application/pdf

Identifier

Relations