• La formazione dell’identità regionale di Creta (III sec. a.C. - IV sec. d.C.): il ruolo costitutivo della religione
  • Die Bildung der regionalen Identität Kretas (3. Jh. v.Chr. - 4. Jh. n.Chr.): Die konstituierende Rolle der Religion
  • Cigaina, Lorenzo

Subject

  • assemblea provinciale
  • koinon cretese
  • culto imperiale
  • Zeus cretese
  • Diktynna
  • Creta romana
  • Gortina
  • Provinziallandtag
  • kretisches Koinon
  • Kaiserkult
  • Zeus Kretagenes
  • römisches Kreta
  • Gortyn
  • SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE UMANISTICHE - indirizzo ANTICHISTICO
  • L-ANT/03 STORIA ROMANA

Description

  • 2011/2012
  • L’unificazione politica di Creta si realizzò nel III sec. a.C. con la fondazione della «Federazione dei Cretesi» (koinon ton Kretaieon). Questa istituzione coordinava l’azione delle numerose città-stato dell’isola nei rapporti con le grandi potenze del Mediterraneo, Roma inclusa. Per quanto riguarda la politica interna, tuttavia, le città-stato mantenevano ampli margini di autonomia. Questa ricerca indaga i fattori extra-politici di coesione (etnici, culturali, religiosi) che contribuirono all’unificazione di Creta. La religione rivestì un ruolo determinante nella formazione di un polo identitario in cui i Cretesi poterono riconoscersi. Le due divinità locali principali, Zeus Kretagenés («Zeus nato a Creta») e Artemide-Diktynna, furono venerate sul piano federale dall’ellenismo fino a tutta l’epoca imperiale. Gli aspetti religiosi mostrano dunque un rilevante grado di continuità attraverso le diverse epoche. Grazie alla loro adattabilità, infatti, essi poterono essere declinati nelle diverse circostanze storiche e politiche. La storia del koinon cretese si articola in quattro fasi, ciascuna delle quali corrisponde a un capitolo della tesi: ellenismo (III sec. – 67 a.C.), epoca tardo-repubblicana (67-31 a.C.), età imperiale (31 a.C. – 297 d.C.) e tardo-antica (IV – inizio V sec. d.C.). L’istituzione ellenistica è stata recentemente definita come una mera “alleanza” per sottolineare la priorità degli interessi politico-militari delle città-stato che ne erano membri. La ricerca ha potuto mettere in evidenza alcuni aspetti in precedenza poco considerati, che indicano un livello di coesione maggiore e più profondo – se non di fatto, almeno nelle intenzioni dei Cretesi: i tentativi di sviluppare una monetazione comune, l’elaborazione di un’unità etnica attraverso l’idea di una Creta unitaria, l’esistenza di uno stadio per gli agoni federali a Gortina, la convergenza degli interessi religiosi attorno alla figura di Zeus Kretagenés già in questa fase. In epoca tardo-repubblicana si compì l’unificazione politica dell’isola, ma ciò avvenne a prezzo dell’indipendenza, poiché l’isola fu sottomessa a Roma e ridotta a provincia (67 a.C.). Il koinon fu trasformato in un’assemblea provinciale assimilabile per molti versi ad altri istituti analoghi dell’Impero. Zeus Kretagenés restò la divinità principale dell’isola e venne raffigurato su un cistoforo d’argento emesso a nome del koinon. In età imperiale si completò il processo di unificazione e di accentramento già avviato: Gortina si affermò come sede di riunione e di zecca del koinon, oltre che come capitale provinciale. L’agorà della città divenne il luogo di rappresentanza dei Cretesi e dei membri dell’amministrazione romana. Il koinon, infatti, si profila in questa fase come un organo complementare dell’amministrazione imperiale, con funzioni di rappresentanza della popolazione provinciale. Nel teatro dell’acropoli di Gortina si svolgevano le assemblee federali; le festività religiose comuni erano celebrate nel tempio (dedicato forse a Zeus) con l’annesso stadio presso il Pretorio. La fase originaria di questo tempio può essere datata all’epoca augustea e riferita alle rievocazioni imperiali della vittoria di Azio (31 a.C.). Il koinon imperiale era presieduto da un sommo sacerdote (archiereus), i cui compiti principali erano l’organizzazione delle attività di culto federale, il finanziamento di costose evergesie e la rappresentanza dei Cretesi di fronte alle autorità romane. L’esame delle immagini scelte per la monetazione del koinon dimostra una pluralità di interessi religiosi che si estendono ben oltre il culto imperiale, affondando le loro radici nella tradizione locale. Accanto alla venerazione del Divo Augusto risaltano in primo piano il culto di Zeus Kretagenés e quello di Diktynna, i cui maggiori santuari erano rispettivamente situati nella Grotta sul monte Ida e nella Creta occidentale, presso Capo Spatha nelle vicinanze di Kydonia. Nel I-II secolo emerge come santuario sovraregionale anche l’Asklepieion di Lebena. La cassa federale era probabilmente custodita nel tesoro sacro del Diktynnaion di Capo Spatha. Il culto dinastico ellenistico ebbe importanza limitata a Creta e rimase circoscritto al piano civico di singole poleis (Itanos in particolare), ma fu importante nel creare le premesse per il successivo sviluppo del culto imperiale. Dopo la morte di Augusto nel 14 d.C., fu istituito un culto federale dell’Imperatore divinizzato. Al suo santuario era associato il diritto di asilo, che era stato in precedenza abolito da Roma per i santuari locali probabilmente a causa di abusi da parte dei Cretesi durante il periodo tardoellenistico. L’aspetto delle statue di culto del Divo Augusto e di Zeus Kretagenés può essere ricostruito sulla base delle immagini monetali. Queste due divinità somme presentano diversi punti di contatto nell’iconografia, in particolare nell’associazione col motivo delle sette stelle dell’Orsa Maggiore, da leggersi come riferimento all’apoteosi imperiale e, insieme, ai miti locali connessi con la nascita di Zeus a Creta. In questo caso si può constatare uno scambio di temi tra Roma e la provincia, con una collaborazione attiva della seconda all’elaborazione della propaganda imperiale. L’Imperatore divinizzato, inserendosi nel pantheon locale, si integrava nella vita religiosa dei Cretesi, promuovendo l’articolazione della provincia nella cornice dell’Impero. Nell’epoca tardo-antica si registra un declino dell’istituzione federale, la cui iniziativa politica viene notevolmente ridimensionata e subordinata all’amministrazione provinciale. Si rilevano comunque segnali di una continuità del culto di Zeus Kretagenés. La tradizione religiosa costituisce quindi l’asse portante dell’identità regionale cretese – poi evolutasi in identità «romano-cretese» – attraverso sette secoli densi di mutamenti storico-politici.
  • Die vorliegende Forschung untersucht die außerpolitischen Faktoren, die zu der politischen Vereinigung und der Bildung einer regionalen Identität Kretas beigetragen haben. Darauf wirkten von Anfang an religiöse Elemente der lokalen Tradition, die nicht nur städtisch, sondern auch regional verbindend für die ganze Insel aufgefasst wurden. Zwei Gottheiten spielten dabei eine wichtige Rolle: Zeus Kratagenes und Artemis/Diktynna. Bei der Bildung der regionalen Identität sind auch mythische, ethnische und verfassungsmäßige Elemente tätig. Die politische Struktur der kretischen Einheit bildete das s.g. koinon („Bund“) der Kreter, das tatsächlich eine lockere Institution war, jedoch nicht ein rein politisch-militärisches Bündnis wie neulich behauptet worden ist. Die außerpolitischen Faktoren, die sich im Rahmen der Kulte polarisieren, unterstützten nachweislich den Zusammenhalt des Bundes. Die Geschichte der kretischen Föderation gliedert sich chronologisch in vier Phasen, jeder von denen ein Kapitel der Dissertation gewidmet ist: die hellenistiche (3. Jh. – 67 v.Chr.), die spätrepublikanische (44-31 v.Chr.), die kaiserzeitliche (31 v.Chr. – 297 n.Chr.) und die spätrömische Zeit (4. – Anfang 5. Jh.). Mit der Übergangsphase von der hellenistischen in die römische Zeit hing eine markante Umformulierung der Ziele und Kompetenzen des Bundes, der nun seine politische Unabhängigkeit zugunst der Römer einbüßte. Nach wie vor diente die Institution grundsätzlich den Repräsentationszwecken der gesamten Insel gegenüber den Großmächten des Mittelmeerraumes, und zwar früher den hellenistischen Reichen und später Rom. Diesbezüglich sind in der Arbeit die literarischen, epigraphischen und archäologischen Quellen versammelt und kritisch dargelegt, um den organisatorischen Aufbau und die Zwecke der Einrichtung festzustellen. Daraus geht hervor, dass der Bund einen eigenen politischen Handlungsspielraum besaß, der während der Römerzeit in der Macht der Provinzialverwaltung seine Grenze hatte und sich gemäß den zeitgenössischen Bedingungen entwickelte. Trotz dieser Wandlungen zeigt der religiöse Rahmen der Institution von griechischer Zeit bis in die Kaiserzeit eine verwunderliche Beständigkeit. Es hat den Anschein, dass die Religion die grundlegende identitätsstiftende Aufgabe absolvierte, während den hellenistischen Versuch, eine ethnische Identität der Kreter zu gründen, die Römer wahrscheinlich hatten platzen lassen oder jedenfalls erheblich abgebaut. Das numismatische Material stellt eine wichtige Quelle dar, weil es uns über die wirtschaftliche Initiative sowie über die Selbstdarstellung und die religiösen Prioritäten des Bundes informiert. Das höchste Amt des koinon war dasjenige des Provinzialoberpriesters, der außer der Aufsicht über die Provinzialkulte anderen rein politischen Aufgaben nachkam und für die finanzielle Unterstützung des Bundes sorgte. Was das Finanzwesen angeht, verfügten die Kreter über einen Bundesschatz, den sie mit bestimmter Selbstständigkeit verwalten konnten. Daraus ergibt sich das Bild einer organischen komplementären Zusammenarbeit der Provinzialen neben der römischen Verwaltung. Durch den Kaiserkult wurde der römische Kaiser in die lokale Religion hineinbezogen und eng mit der Hauptgestalt des kretischen Pantheons, dem Zeus Kretagenes, verbunden. Auf Dauer bahnte sich ein Wechselspiel an, indem die auf Kreta entwickelten Elemente teilweise nach Rom zurückflossen. Das enge Nebeneinander römischer und einheimischer Instanzen spiegelte sich auch topographisch in der Hauptstadt Gortyn wider. Zusammenfassend, bot die Religion den Kretern eine aussichtsreiche Integrationsmöglichkeit im römischen Reich, ohne dass sie auf ihre historichen Wurzeln verzichten müssten. Das kretische Oberpriestertum konnte nämlich das Sprungbrett für eine politische Karriere in der römischen Verwaltung bilden. Die lokale mythologische bzw. religiöse Tradition brachte durch die Übernahme römischer Elementen und insbesondere des Kaiserkultes die Macht Roms in die unmittelbare Erfahrung der Kreter hinein. Die Identität der oberhalb der einzelnen Stadtstaate erreichten politischen Vereinigung stützte sich auf den konstituierenden und zusammenhaltenden Faktor der Religion.
  • XXV Ciclo
  • 1979

Date

  • 2013-12-16T08:08:00Z
  • 2014-07-09T04:01:15Z
  • 2013-07-09

Type

  • Doctoral Thesis

Format

  • application/pdf

Identifier

urn:nbn:it:units-11381