• L’antilabe melica tra teorie metriche e performance: Aristofane.
  • Zanatta, Elisabetta

Subject

  • antilabe
  • melica
  • cambio di parte
  • cambio di interlocutore
  • alternanza interlocutiva
  • Böckh
  • verso melico
  • colometria
  • performance
  • SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE UMANISTICHE - indirizzo ANTICHISTICO
  • L-FIL-LET/05 FILOLOGIA CLASSICA

Description

  • 2012/2013
  • Questa tesi concerne lo studio delle antilabai (cambi di interlocutore che incidono sequenze comunemente considerate unitarie dal punto di vista metrico-ritmico) contenute nei mele della produzione aristofanea superstite: un campo d’indagine prima d’ora non esplorato. Gli esempi di tale fenomeno sono stati raccolti attraverso la consultazione di un cospicuo numero di edizioni critiche e studi che hanno per oggetto la metrica dei canti aristofanei. Si tratta di opere in cui la ripartizione in unità discrete delle masse meliche segue i criteri di individuazione dei confini del verso melico, sanciti definitivamente da Böckh nel De metris Pindari (1811), con una palese ricaduta sulla disposizione dei cambi di parte e, in particolare, sull’occorrenza delle antilabai. La disamina di tale materiale bibliografico ha consentito di isolare una quarantina di casi di cambio di interlocutore all’interno di sequenze liriche. Essi scaturiscono dalle diverse opzioni colometriche o dalle differenti interpretazioni metriche adottate dagli studiosi in 27 passi della produzione aristofanea. Talvolta, in relazione a determinate impaginazioni o a una diversa disposizione dei cambi di parte, il fenomeno è del tutto assente presso alcuni interpreti. Delle istanze reperite, solamente 6 vedono la critica concorde sulla colometria e sull’analisi delle successioni metriche contenenti antilabe. Le varie mises en page e distribuzioni delle battute, nonché le eventuali divergenze nelle interpretazioni metriche del medesimo assetto colometrico sono state registrate e quindi illustrate in un commento accluso a ciascun passo comico interessato da scambio antilabico. Nell’ambito del presente lavoro si è inoltre inteso verificare se la presenza di alternanze interlocutive all’interno di sequenze liriche vada esclusivamente ricondotta alle peculiari opzioni colometriche elaborate sulla scorta della teoria böckhiana, o se il fenomeno si rintracci anche nelle impaginazioni che i testimoni antichi e medievali hanno riservato alle masse meliche del teatro aristofaneo. Per tutti gli esempi di antilabe melica rintracciati nelle edizioni e nelle analisi metriche correnti si è pertanto proceduto alla disamina delle colometrie nei due principali codici della tradizione di Aristofane (Ravennas Cl. 429, e Ven. Marc. gr. 474); in un caso (Ra. 241) si è potuto fare riferimento anche a una testimonianza papiracea (P.Berol. inv. 13231 D). Dal raffronto tra i layouts moderni e quelli dei manoscritti sono emerse sia significative analogie che considerevoli differenze nella mise en page delle sequenze interessate da antilabe. Non di rado in R e in V le battute che concorrono a formare una successione interessata da cambio interno di interlocutore sono disposte sullo stesso rigo, una adiacente all’altra, secondo l’uso grafico invalso nelle edizioni contemporanee. Ciò deporrebbe inequivocabilmente a favore dell’occorrenza dell’antilabe in ambito melico anche nelle colometrie manoscritte. Tuttavia, per buona parte delle istanze di questo fenomeno rinvenute presso gli interpreti contemporanei la mise en page che entrambi i codici e il frammento papiraceo mostrano di prediligere è quella che distribuisce su un diverso rigo di scrittura ciascuna singola battuta, che può variare nell’estensione dalla misura del piede a quella del dimetro. In tali casi gli studiosi sono propensi a credere che l’impaginazione manoscritta corrisponda alla pratica di disporre in colonna le porzioni di testo che, separate da un cambio di interlocutore, concorrono alla formazione di una sequenza metrica unitaria incisa da antilabe. Ciononostante, non parrebbe prudente escludere che la ripartizione dei testimoni antichi e medievali risponda invece a criteri metrico-ritmici; in altre parole vi sarebbe la possibilità di intendere l’intervento di ciascun personaggio come un’unità metrica discreta. Pertanto, in questi casi, almeno per quanto attiene alla paradosis, si dovrebbe ipotizzare l’assenza di antilabe. Infine, si è voluto riflettere sui risvolti performativi implicati dalla presenza di cambi di interlocutore all’interno di cola o versi lirici, sequenze che secondo l’opinione invalsa vengono ritenute unitarie sia dal punto di vista metrico che ritmico. Si tratta di una problematica affatto ignorata dai seguaci della teoria böckhiana che nelle analisi metriche di successioni contenenti al loro interno un’alternanza interlocutiva prevedono un’incontrastata azione della sinafia prosodica, anche laddove si verifichi un’antilabe. Tuttavia, a stento, in sua occorrenza, si direbbe ammissibile, almeno sul piano performativo, una liaison tra la sillaba finale di una battuta e la sillaba iniziale di quella successiva, pronunciata da un altro personaggio. Piuttosto invece, nella performance, nel passaggio da un intervento all’altro, si sarebbe verosimilmente verificata un’interruzione nella catena verbale. Pur senza giungere al rifiuto delle letture metriche finora proposte per le sequenze ospitanti al loro interno cambi di parte, nondimeno la loro manifesta discrepanza rispetto all’ambito della messa in scena invita a richiamare l’attenzione sulla necessità di una distinzione tra differenti livelli di analisi: uno che concerna il piano metrico-prosodico, l’altro la performance. La lettura in sinafia prosodica va indubbiamente mantenuta, in quanto imprescindibile per riconoscere le caratteristiche metriche della successione a cui viene applicata. Tuttavia, si potrebbe supporre, sulla base di un principio di verosimiglianza, che essa venga meno nel momento della messa in scena, là dove il testo poetico contenga un’antilabe, in quanto questa parrebbe postulare uno scioglimento del legame prosodico. Tale fenomeno non avrà comunque compromesso, nella prospettiva degli uditori, la percezione del ritmo che doveva caratterizzare, negli intenti del poeta, la sequenza all’interno della quale occorre il cambio di parte.
  • XXVI Ciclo
  • 1985

Date

  • 2014-06-17T09:33:19Z
  • 2014-06-17T09:33:19Z
  • 2014-04-08

Type

  • Doctoral Thesis

Format

  • application/pdf

Identifier

urn:nbn:it:units-12279