• Proposta di realizzazione di una cartografia bionomica come strumento di monitoraggio e di gestione della Laguna di Marano e Grado.
  • Zamboni, Romina

Subject

  • Benthos
  • Laguna di Marano e Grado
  • Cartografia bionomica
  • GIS
  • METODOL.BIOMONITOR.ALTERAZIONE AMBIENTALE
  • BIO/07 ECOLOGIA

Description

  • 2006/2007
  • Il presente lavoro si propone di delineare la struttura e la dinamica dei popolamenti delle comunità macrozoobentoniche dei fondi mobili della Laguna di Marano e Grado sulla base di tre campagne di campionamento (1993, 1994 e 1995) in 53 stazioni diversamente distribuite. Nonostante la vetustà dei campionamenti la tematica trattata trova precedenti per la zona solo negli anni 1950/60; ciò qualifica quindi questa indagine come la più ampia finora effettuata in questo ambiente. I dati considerati si situano in ogni caso in anni di drastica svolta per le attività alieutiche della Laguna di Marano e Grado, dove l’introduzione della vongola verace filippina Tapes philippinarum (1986) determina il progressivo abbandono di sistemi di pesca tradizionali (grasiui) o li mette in secondo piano rispetto ad una febbrile “corsa all’oro”, stimolata dalla nuova risorsa disponibile. Proprio nel 1993 viene infatti introdotto il “ferro maranese”, una draga al traino che consente rese tali da spingere la produzione dalle 88 t iniziali, a 222 t nel 1994 ed a 1002 t nel 1995 (Zentilin et al., 2005). Il sistema di pesca introdotto determina enormi mobilizzazioni e rideposizioni di sedimenti con corrispondenti impatti sui popolamenti bentonici. In accordo con i concetti elaborati da Guelorget e Perthuisot (1983) peraltro già adombrati in studi riguardanti la Laguna di Venezia attraverso l’idea di vivificazione marina, i dati ottenuti sono stati analizzati prima di tutto per descrivere la struttura di base dei popolamenti bentonici lagunari e la loro evoluzione nel periodo di osservazione, poi per mettere in evidenza l’esistenza di eventuali gradienti biologici legati prevalentemente all’andamento del confinamento in ciascun bacino o a variazioni di tale parametro al passaggio da un bacino all’altro. Nel complesso, nel corso dei tre anni, si è osservata una evidente evoluzione temporale delle comunità bentoniche ed è emersa inoltre una netta differenza tra i due principali bacini lagunari. Parallelamente alle analisi ed alle elaborazioni ecologiche relative all’assetto dei popolamenti macrozoobentonici della laguna e, al fine di produrre un concreto strumento specificatamente realizzato per il biomonitoraggio e la futura gestione di questo ambiente, è stato realizzato un sistema informativo mirato. Questo strumento potrà consentire in futuro la catalogazione, l’analisi comparativa dei dati bionomici, sedimentologici e di quelli relativi alla pesca ed all’acquacoltura, la fruizione e la gestione in relazione agli attuali e futuri modelli di utilizzo dell’ambiente lagunare (Speranza e Puppi Branzi, 1993). La cartografia bionomica risponde infatti a molteplici necessità pratiche, fornendo non solo un quadro dello stato dei fondali in un determinato momento ma anche l’inventario e la localizzazione dei popolamenti bentonici di una specifica area, la stima delle risorse, delle biomasse e, grazie alla comparazione di carte successive, permette la valutazione dell’evoluzione dei popolamenti su lunghi periodi. La cartografia biocenotica, grazie alla sua notevole capacità di sintesi (Morri et al., 1986), rappresenta quindi un utile strumento di lavoro ai fini della pianificazione, della gestione e della tutela degli ambienti marini. Queste sue caratteristiche la rendono una componente strategica per la realizzazione di un Sistema Informativo Geografico (GIS) relativo alla fascia costiera. Una corretta gestione del patrimonio ambientale e delle risorse che popolano un determinato ambiente, implica una buona conoscenza sia degli aspetti geomorfologici e sedimentologici di un dato fondale, sia degli aspetti puramente biologici, quali appunto quelli relativi alle comunità e alle biocenosi bentoniche. Un Sistema Informativo Geografico è quindi uno strumento in grado di elaborare dati spaziali e non, di trasformare i dati in informazioni, di integrare differenti tipi di dati, di analizzare, di modellare i fenomeni che occorrono sulla superficie terrestre e di fornire supporto alle decisioni. L’integrazione delle diverse tipologie di dati realizzata da un supporto GIS costituisce infatti la base per valutare l’attuale assetto ambientale delle lagune nord-adriatiche e fornisce un valido strumento per individuarne l’evoluzione ed avviarne la gestione.
  • XIX Ciclo
  • 1967

Date

  • 2008-05-08T10:34:38Z
  • 2008-05-08T10:34:38Z
  • 2008-04-15

Type

  • Doctoral Thesis

Format

  • application/pdf

Identifier