• Il comparto nord orientale del Friuli Venezia Giulia tra Neolitico e Bronzo antico: aspetti di viabilità e di economia pastorale
  • Boscarol, Chiara

Subject

  • Preistoria recente
  • SCIENZE DELL'ANTICHITA'
  • L-ANT/01 PREISTORIA E PROTOSTORIA

Description

  • 2007/2008
  • Studio multidisciplinare della viabilità e della pastorizia nel comparto nord-orientale del Friuli Venezia Giulia durante la Preistoria recente.
  • È stata svolta un’analisi territoriale per il comparto nord-orientale del Friuli Venezia Giulia, in un arco cronologico compreso tra Neolitico e Bronzo antico. Il progetto originario prevedeva lo studio dei momenti di passaggio tra i singoli periodi e delle dinamiche del popolamento che ne sarebbero conseguite. A causa dell’impossibilità di visionare direttamente i materiali, rinvenuti durante gli scavi condotti in passato, è stato impossibile proseguire in questa direzione. Questo condizionamento, e una serie di lavori svolti dalla scrivente negli anni precedenti al Dottorato, hanno offerto nuovi spunti d’analisi, mantenendo immutate l’area e il periodo cronologico. Dallo studio dei rinvenimenti archeologici, distribuiti in modo assolutamente non uniforme all’interno del territorio analizzato è emersa l’ipotesi che nell’arco cronologico considerato vi fosse un elevato tasso di mobilità tra i gruppi umani presenti sul territorio. Per questo motivo si è deciso di provare a ricostruire quali fossero le piste utilizzate per gli spostamenti. Per affrontare questa tematica si è adottato un approccio multidisciplinare, basato sullo studio combinato della dispersione dei dati archeologici, sull’analisi della morfologia del territorio e, a livello di confronto, sull’esame della viabilità in senso diacronico. Sono stati considerati i percorsi viari adottati dalla protostoria fino al Novecento, ponendo un’attenzione particolare a quelle forme di viabilità secondaria che hanno dovuto privilegiare il dato morfologico anziché la presenza di infrastrutture. Sommando tutti questi dati è stato possibile individuare 5 percorsi che si snodano sul territorio analizzato. Si tratta del primo tentativo di ricostruzione della viabilità per la preistoria recente in regione: non ci sono infatti altri testi, neppure datati, che trattino questa tematica. Durante lo svolgimento delle ricerche è emersa un’altra tematica ricorrente: quella di uno sfruttamento ad uso pastorale del territorio. Specialmente per l’area del Carso triestino erano già stati condotti una serie di studi di varia natura che mettevano in luce come le grotte carsiche fossero state utilizzate quali ripari per gli erbivori, caprovini per lo più. Altre ricerche, a cui si è avuto modo di partecipare, hanno messo in luce come anche le Valli del Natisone fossero una zona molto probabilmente sede di percorsi pastorali in questo stesso arco cronologico. Per l’area alpina e del goriziano, non si possedevano invece dati al riguardo. Si è scelto di avvicinarsi alla tematica adottando una prospettiva particolare, tipica dell’etnoarcheologia. La considerazione essenziale nello spingere verso un approccio etnoarcheologico è che sarebbe stato impossibile stabilire quali tracce fosse lecito aspettarsi di trovare in un sito pastorale, se prima non si fosse conosciuta a fondo questa pratica economica che si basa in larghissima misura su consuetudini di lunga durata. Anche in questo caso non c’era nessuno studio etnoarcheologico per tutto il comparto regionale, cosicché si è deciso di avvicinarsi in prima persona ai pastori che ancora operano sul comparto analizzato. I pastori sono stati intervistati e affiancati nelle loro pratiche consuetudinarie, come il pascolo, la cura del gregge, e la lavorazione del latte. Sono state indagate maggiormente quelle tematiche che non si prestano a cambiamenti a seconda delle epoche, come la scelta dei diversi tipi di pascolo, o la necessità di somministrare il sale agli animali. È stato sorprendente notare come quest’attività lasci sul territorio pochi materiali non deperibili, per lo più sempre connessi alla lavorazione del latte. Nell’analizzare i materiali archeologici rinvenuti all’interno di alcune grotte carsiche, per le quali era già spato ipotizzato un loro sfruttamento a fini pastorali in base a studi sedimentologici e archeozoologici, sono stati notati dei cucchiai ceramici negli strati di neolitico antico-medio. Per queste forme non c’era finora nessuna ipotesi circa la loro funzione. In base alle osservazioni dirette e a riscontri etnografici è sorta l’idea che potessero essere connessi con la lavorazione e la trasformazione del latte. Si è così elaborato un protocollo operativo assieme a due chimici, per poter rilevare la presenza, nella parte concava dei cucchiai di proteine residue. Nello svolgere tali analisi sono stati riscontrati dei problemi derivanti dall’antichità dei campioni e soprattutto dal lavaggio post scavo che ha sicuramente indebolito la potenzialità di rintracciare resti proteici. Nonostante ciò è stata quasi sicuramente accertata la presenza di proteine di latte di capra sui cucchiai. Questo dato contribuisce all’interpretazione che il Carso fosse particolarmente adatta alla vita dei pastori e delle greggi: qui infatti erano naturalmente disponibili le aree per il pascolo, le grotte per ripararsi, custodire le greggi e lavorare il latte e il sale marino. La costa carsica è rocciosa, e quindi in tale area il sale si cristallizza naturalmente sulle rocce, facilitandone così la raccolta. Il sale dev’essere stato un elemento indispensabile per la vita delle greggi, ma anche assai prezioso nella conservazione dei latticini che era possibile realizzare all’interno delle grotte. In futuro si auspica di poter proseguire le analisi in questa direzione per acquisire ulteriori dati, ma già in base a quelli finora acquisiti si è in grado di tracciare un quadro dal quale emerge come il comparto meridionale dell’area indagata potesse essere inserito in rotte a lungo o medio raggio connesse ad attività pastorali.
  • XXI Ciclo
  • 1978

Date

  • 2009-05-04T11:02:13Z
  • 2009-05-04T11:02:13Z
  • 2009-04-20

Type

  • Doctoral Thesis

Format

  • application/pdf
  • application/pdf

Identifier