• La casa isolata : questioni aperte sull'architettura e l'abitare contemporaneo
  • Rossetti, Simonetta

Subject

  • casa isolata
  • abitare contemporaneo
  • PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA
  • ICAR/14 COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANA

Description

  • 2007/2008
  • La casa isolata: questioni aperte sull’architettura e l’abitare contemporaneo. La trattazione sul tema della casa isolata ha interessato il periodo che va dal moderno al contemporaneo focalizza l’attenzione sul mutamento dei comportamenti sociali e del costume, verificando successivamente, attraverso l’analisi di casi specifici appartenenti alla contemporaneità, alcune sperimentazioni e risposte progettuali che inducono ad una riflessione sulla distinzione tra architettura e design. Nello specifico si sono indagate tematiche legate all’innovazione tecnologica ed ai riflessi che essa ha comportato sulla comunicazione, sul progetto e sull’abitare, sia in termini di tecniche costruttive, che di attrezzature per la sfera domestica, che di strumento per la progettazione dell’edificio stesso. Tecnologia quindi declinata nella sua accezione di hardware quanto di software. Sia l’evoluzione delle tecniche costruttive, che l’utilizzo di materiali innovativi, di pari passo ai mutati costumi sociali si sono riverberati sulla dimensione pubblica e privata dell’abitare. A livello sociale si è assistito alla modificazione del modello familiare e dei suoi riti, con ricadute sull’organizzazione spaziale dell’abitazione e l’apertura verso nuovi possibili scenari. L’ingresso della tecnologia nella dimensione progettuale ha prodotto frequentemente il pericoloso sconfinamento da valore strumentale ad elemento generatore del progetto. Sull’altro versante l’irruzione tecnologica nell’ambito domestico ne ha saturato gli spazi e mutato l’aspetto, trasformando la casa, in un mero supporto per reti e cablaggi e facendo emergere, poi, che l’interazione casa-abitante, si traduce prevalentemente in un flusso monodirezionale di informazioni generato dall’uomo. Laddove alla tecnologia viene riconosciuto il suo ruolo strumentale si possono invece innescare degli interessanti ragionamenti a livello teorico che permettono di generare su queste basi dei progetti relazionati ai contesti ed ai meccanismi da essi sottesi, allo scopo di individuare una continuità di linguaggio attraverso la decifrazione delle regole compositive insite nel luogo. Tentativi forse arditi di leggere e interpretare, attraverso gli strumenti della contemporaneità, quello che è il genius loci. Successivamente, nelle esperienze giapponesi analizzate, la tecnologia interviene in maniera differente, opera a livello di supporto progettuale e costruttivo, e attraverso l’uso di materiali dalle innovative caratteristiche tecniche trasmette la corretta dimensione, anche percettiva, delle logiche progettuali. Laddove vi sia la necessità di assolvere ad una funzione, la tecnica può essere integrata nel progetto con esiti particolarmente interessanti, proprio perchè diviene materiale di progetto, elemento della composizione e generatore di spazialità nuove ed inaspettate, come nel caso dell’esempio della villa a Bordeaux. Se si persegue l’obiettivo di individuazione di forme accattivanti o se si ricercano soluzioni meramente funzionali, svincolate dal contesto, dall’utente, dall’umanità, l’esito finale consisterà in oggetti avulsi dalla dimensione architettonica, accattivanti, funzionali, neutri e replicabili. Il riflesso del mutamento del costume a livello sociale e la differente configurazione della famiglia pone nuove attenzioni progettuali; la modalità di fruizione degli spazi e i tempi in cui questa avviene, come pure la tipologia di attività che entrano a far parte della sfera domestica, sono tutte componenti imprescindibili per il progettista e che necessitano dell’interazione con la specifica committenza. Il fattore tempo, infine, assume un ruolo strategico nella contemporaneità, infatti è percepito ad una dimensione accelerata e diviene una risorsa scarsa, ottimizzata attraverso la densificazione e la sovrapposizione di attività, che si riverberano in ambito domestico con la generazione di spazi fluidi che ibridano funzioni differenti. Interrogarsi sull’abitazione oggi sembra essere fuoriluogo, infatti l’architettura moderna è associata alla rivoluzione abitativa e la casa, per buona parte del secolo, è stata il principale terreno di sperimentazione delle innovazioni architettoniche. Indagare oggi in tal senso, implica esprimere un giudizio sulla situazione generale e comporta l’assunzione di un rischio nell’indicare degli esempi. Se durante il movimento moderno si è delineato un programma funzionale per l’abitazione volto a soddisfare i bisogni primari, tale programma risulta inadeguato alla società contemporanea, che ha superato largamente la soglia dei “bisogni primari”. Nei progetti contemporanei emerge in maniera sempre più preponderante la presenza di segni, di forme espressive che vogliono essere portatrici di senso, ma che appaiono piuttosto come sistemi per supplire ad una carenza e che non si indirizzano alla ricerca di qualità o vivibilità degli spazi, ma semmai al disegno di un’immagine, di una identità, quasi che l’architettura fosse un aspetto secondario. La casistica in esame spazia su esempi di abitare isolato; se i motivi delle singole scelte sono stati inizialmente dettati da una certa attrazione immediata verso taluni progetti, forse anche irrazionale, legata a personali preferenze, a fortuite occasioni di conoscenza diretta dell’architettura, del progettista o del committente o a suggestioni mediatiche, successivamente, a partire da un ventaglio ampio è stato possibile effettuare una selezione per ricondurre gli specifici casi ad un ragionamento razionale. Nelle schede sui singoli progetti e nelle considerazioni che le accompagnano si tenta di aprire una riflessione sulla natura di questo coinvolgimento e sulle ragioni per cui queste architetture, destinate all’abitazione, suscitano in noi certe curiosità, oltre a tracciare la logica che sta alla base delle scelte progettuali. Gli atteggiamenti possibili oggi sono sostanzialmente due, il mantenimento di una chiave archetipica riconducibile ai primari bisogni antropologici o il passaggio ad un mondo altro, forse più vicino alla sfera del design. Nella seconda ipotesi si assume sostanzialmente un costume legato al mondo della scienza, della comunicazione, tale che la condizione di vita si allontana dai modelli originari, dalla storia e si immerge nella contemporaneità mutando il sistema dei riferimenti e dei valori.
  • XXI Ciclo
  • 1974

Date

  • 2009-05-05T14:36:05Z
  • 2009-05-05T14:36:05Z
  • 2009-04-30

Type

  • Doctoral Thesis

Format

  • application/pdf

Identifier