- Stima del sequestro potenziale di carbonio nei suoli agricoli del Veneto con il GEFSOC modellyng system
Subject
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- sequestro potenziale del carbonio
- contabilizzazione carbonio
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- sequestro carbonio suoli agricoli
- sequestro carbonio agricoltura
- GEOMATICA E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI
Description
- I suoli globalmente contengono circa 2500 Pg di C in forma minerale ed organica
(ca 1550 Pg) ed il flusso annuo da e verso l’atmosfera – che attualmente
contiene circa 760 Pg C – coinvolge circa 120 Pg di C. Questi scambi di carbonio
sono clima-dipendenti; l’effetto del cambiamento climatico sui depositi
di carbonio del suolo è perciò di importanza critica, in quanto anche piccole
variazioni di un deposito di tale entità possono determinare importanti conseguenze
sulla concentrazione di anidride carbonica in atmosfera, innescando
meccanismi retroattivi positivi. Per fare delle previsioni sui cambiamenti dei
depositi di carbonio per effetto dei cambiamenti climatici o di altre variabili
è neccesario ricorrere a dei modelli; in particolare, per le stime a scala nazionale
e regionale si impiegano dei modelli che operano a livello di ecosistema
e che vengono abbinati a dei SIT.
Vista la forte sinergia con la mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici,
la ricerca è stata volta a stimare il potenziale di sequestro e accumulo
di sostanza organica nei terreni agricoli del Veneto, con un occhio di riguardo
per la gestione sostenibile. In secondo luogo, a fornire uno strumento per la
contabilizzazione del sequestro di carbonio nei sistemi agricoli. Si è individuato
nel GEFSOC Modelling Sistem uno strumento idoneo per il perseguimento
di questi obiettivi; il GEFSOC MS integra due modelli meccanicistici ampiamente
sperimentati – Century e RothC – ed il metodo empirico dell’IPCC e
li interfaccia con un SOTER-DB e con un GIS.
L’uso e la gestione del suolo ed i loro cambiamenti sono variabili fondamentali
nel determinare il contenuto di carbonio nei depositi del terreno; poiché
manifestano i loro effetti anche secoli dopo che si sono verificati, è necessario
ricostruire la loro storia almeno negli ultimi 100 anni. Nel corso della
ricerca è stato ideato e sperimentato per la prima volta in questo settore un
approccio spazialmente esplicito alle transizioni di uso e gestione del suolo,
utilizzando materiale cartografico di varia natura e completando la raccolta
dati con statistiche agrarie e fonti storiche.
Le simulazioni sono state fatte contemplando due diversi scenari di cambiamento
climatico (PCM-B1 e Had3A1FI) spinti fino al 2100. L’analisi dei
risultati prodotti evidenzia che i terreni più ricchi in carbonio sono maggiormente
soggetti a perdite, mentre quelli poveri, anche se in misura modesta,
incrementano il loro contenuto; la tendenza, quindi, è di avvicinarsi ad una
maggiore omogeneità. Per quel che riguarda gli usi del suolo, seminativi ed
aree agricole eterogenee sono le categorie che hanno manifestato tassi di incremento
superiori. I tassi di variazione, comunque, sono tendenzialmente
in calo e, per lo scenario di cambiamento climatico meno marcato, ad un
certo punto (2070 ca) si portano su valori negativi: questo fatto si ripercuote
sui depositi del terreno, che complessivamente mostrano un incremento nel
lungo periodo, ma via via più contenuto, fino a raggiungere un massimo e
quindi cominciare ad emettere negli ultimi decenni della simulazione. I depositi
dei terreni sottoposti allo scenario di cambiamento più marcato, invece,
non hanno subito flessioni ed hanno garantito, anche se in misura calante, il
sequestro lungo tutto il periodo della simulazione. Questo dato può essere
di qualche interesse nello studio degli effetti della temperatura sul rapporto
produzione di biomassa-accumulo/decomposizione.
L’analisi delle mappe dei depositi e dei tassi di variazione annua ad ettaro
prodotte con la sperimentazione, ed il confronto delle stesse con carte del
contenuto del carbonio nei terreni di doversa origine e natura, rivelano l’utilità
dell’approccio spazialmente esplicito nella definizione delle transizioni
dell’uso e gestione del suolo; è possibile infatti riconoscere, dalla zonizzazione,
i tematismi che possono avere avuto un peso preponderante nel determinare
peculiari situazioni; questo consente di indagarle, verificare la validità delle
assunzioni fatte in fase di progettazione, modificare eventualmente la parametrizzazione
e reindirizzare le simulazioni. Ad una livello di risoluzione
comparabile a quello degli strati informativi di partenza.
Alla luce della sperimentazione effettuata, si ritiene che il GEFSOC Modelling
System meriti grande considerazione per quanto attiene la contabilizzazione
del carbonio nei sistemi agricoli – problematica inevasa fino ad oggi in Italia;
quale strumento a supporto del processo decisionale; per le possibili sinergie
nella pianificazione di campionamenti e sperimentazioni attinenti; per
l’approfondimento della ricerca nell’ambito delle relazioni tra clima e suolo.
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