• Genitorialità e vulnerabilità: il movimento dell'accogliere dentro e lasciare andare, un continuum tra dipendenza e indipendenza
  • Del Gaudio, Irene

Subject

  • genitorialità, genitorialità tossicodipendente, fattori di rischio e protettivi
  • MEDICINA MATERNO-INFANTILE,PEDIATRIA D.SVILUPPO E DELL’EDUCAZIONE,PERINATOLOGIA
  • M-PSI/08 PSICOLOGIA CLINICA

Description

  • 2010/2011
  • Dottorato di Ricerca MEDICINA MATERNO INFANTILE, PEDIATRIA DELLO SVILUPPO E DELL’EDUCAZIONE, PERINATOLOGIA XXIV Ciclo Genitorialità e vulnerabilità: il movimento dell’accogliere dentro e lasciare andare, un continuum tra dipendenza ed indipendenza Settore Scientifico-Disciplinare: M-PSI/08 Psicologia Clinica DOTTORANDA COORDINATORE IRENE DEL GAUDIO PROF. ALESSANDRO VENTURA RELATORI DOTT. ANDREA CLARICI DOTT.SSA TANJA UMARI ANNO ACCADEMICO 2010/2011 Riassunto espositivo L’ipotesi iniziale con cui ho intrapreso questo lavoro è che non sia la dipendenza patologica in sé ad inficiare il corretto esercizio della funzione genitoriale. I risultati relativi allo studio sono da riferirsi all’anno 2009, di cui sono fotografia. In particolare, essi si riferiscono alla quantificazione numerica: delle persone in carico per dipendenza patologica, sia alla Struttura Complessa Sostanze Illegali (ex SerT), che a quella Sostanze Legali (Alcologia) del Dipartimento delle Dipendenze (DDD) di Trieste; dei genitori tossico-alcol dipendenti, specificatamente con figli minorenni. Al fine di ottenere una misura indiretta di “quanto inadeguati” questi genitori siano ho proceduto ad una ricognizione, di quanti, tra essi, erano sottoposti ad un provvedimento di tutela da parte del Tribunale dei Minorenni (TM). I genitori in carico al DDD nel 2009 sono 784 e così distribuiti: 202 afferiscono al SerT, e 582 all’Alcologia. Tra questi ultimi 234 sono genitori di figli/ minorenni: 154 sono in carico al SerT e 80 all’Alcologia. Per questo gruppo ho proceduto alla rilevazione di una serie di caratteristiche: anagrafiche; sociali-familiari; concernenti la famiglia d’origine; circa il flusso assistenziale; la sostanza prevalente d’abuso; la qualità delle relazioni con genitori, partner e figli. Per quanto riguarda la ricognizione circa i decreti, tra quelli in carico alle Strutture Sanitarie territorialmente competenti, ossia alla Struttura Semplice Tutela Salute Bambino Adolescente, ed a quella Consultorio Familiare, dei 229 provvedimenti, le situazioni riguardanti la popolazione alcol (il 5,2%; 12 situazioni) e tossico (il 10%; 22 situazioni) dipendente rappresentano il 14,8% (34 situazioni). Per completare la lettura del dato è stata necessaria una sua comparazione con la popolazione generale: l’11,1% delle situazioni si riferiscono a genitori alcol (7; 3,2%) e tossico (17 situazioni; 7,8%) dipendenti. Pertanto, è possibile concludere che, la percentuale riferita alla condizione decreto nella mia popolazione di riferimento è bassa. Inoltre, è emerso che il 17,6% di questi decreti riguardano la conflittualità nella coppia genitoriale “normale”, ove, quindi, il comportamento dei genitori è considerato pregiudizievole per il benessere del/lla minore, per il suo diritto a godere della bigenitorialità. Successivamente, al fine di poter rispondere alla domanda su quali variabili rendono più probabile la condizione (fattori di rischio) che un genitore sia sottoposto a tutela da parte del TM ho effettuato una analisi di regressione logistica. Le analisi sono state due, rivolte specificatamente alla rilevazione delle variabili associate all’instaurarsi della condizione di decreto, in riferimento: ai figli d’età compresa tra 0 e 10 anni, e tra 11 e 17. La regressione lineare multipla, attraverso l’adozione del metodo dell’interpolazione lineare per i valori mancanti, ha evidenziato che i “fattori di rischio”, che rendono più probabile la condizione di decreto nella fascia 0-10 sono: l’avere figli tra 0 e 10 anni d’età; l’essere una donna; avere un basso titolo di studio (licenza Scuola Secondaria di Primo Grado, per brevità licenza media); il convivere con la famiglia (figli e partner; soli/e con figli). La regressione lineare multipla, attraverso l’adozione del metodo dell’interpolazione lineare per i valori mancanti, ha evidenziato che i “fattori di rischio”, che rendono più probabile la condizione di decreto nella fascia 11-17 sono: l’essere donna; avere un padre deceduto; il convivere con la famiglia (figli e partner; soli/e con figli). L’avere figli tra 11 e 17 anni non è risultata una condizione associata significativamente alla condizione di decreto, differentemente dall’avere figli tra 0 e 10 anni. Secondo il modello proposto da Di Blasio P. (2005, Tra rischio e protezione, la valutazione delle competenze parentali) circa fattori di rischio e protettivi, l’aver conseguito un titolo di studio “basso” è esempio di rischio distale ossia, la sua influenza negativa si manifesta tramite l’introduzione di elementi di fragilità, vulnerabilità, sensibilizzazione a certi aspetti piuttosto che altri. Al contrario, il rischio prossimale, indica qualcosa di più vicino, che può contribuire ad amplificarlo o ridurlo. Tra i fattori che Di Blasio inserisce in quelli che possono contribuire ad amplificare il rischio vi è, ad esempio l’abuso di sostanze, e tra quelli che riducono il rischio, fattori familiari e sociali. Trattare la genitorialità da un punto di vista della Psicologia clinica, all’interno di un Dottorato in Medicina Materno Infantile, Pediatria dello Sviluppo e dell’Educazione, Perinatologia, significa occuparsi anche dei figli: guardare al benessere dei genitori, alle loro capacità, risorse, difficoltà, limiti (alle volte insuperabili, altre no) in un processo circolare determina la promozione di quella salute, intesa non come assenza di malattia, ma proprio come benessere (OMS). E ciò anche e soprattutto, in quanto, la genitorialità è una funzione relativamente autonoma della personalità, che nasce e si sviluppa prima dell’atto generativo in sé (Vizziello, 2003, Psicopatologia dello Sviluppo): noi tutti, che come tecnici, come esseri umani, ci occupiamo di qualcuno, di noi stessi, assumendoci la respons-ability, intesa gestalticamente, proprio come la capacità di assumerci di occuparci di, e ci occupiamo dei nostri pazienti. Vedere questo aspetto nel lavoro clinico, essendone consapevoli, ci permette di farlo esistere nella nostra mente, favorendo, pertanto, in ciò anche i nostri pazienti. I genitori alcol-tossico dipendenti non sono usciti da questa mia ricerca come i peggiori tra i genitori. In tal senso, quello che ora ci proponiamo è di presentare a tutti i Servizi Specialistici territorialmente competenti ed alla Neonatologia dell’I.R.R.C.S. Burlo Garofolo i dati emersi da questa ricerca. In tal senso, quello che auspichiamo è di “creare una rete sensibile volta all’integrazione di competenze sociali, sociosanitarie e sanitarie in area minori e famiglia. Ciò in ottica di integrazione.” Con queste parole, Cristina Gallione, Direttore Azienda Sud Est di Milano, al Primo Convegno Nazionale Tematico, “Fare i genitori ed essere figli nel mondo delle dipendenze”, tenutosi a Milano il 27 e 28 ottobre 2011, introduce il Protocollo d’Intesa firmato tra i Servizi coinvolti nella presa in carico. Inoltre, a livello specificatamente di Servizio, in termini di dato che emerge dalla ricerca, come la risultante di ciò a cui poniamo attenzione, riteniamo importante una restituzione ai colleghi. Tutti quei dati “mancanti” non reperiti, in quanto non previsti nella cartella, oppure, perché nella fretta dello scrivere, essendo presi dall’emergenza e dal fare quotidiano, credo siano questioni su cui riflettere: la presenza di figli, la loro età e la qualità delle relazioni. Quindi, quanto finora brevemente riassunto della ricerca ci fa dedurre che non bisogna intervenire solo sulla diade madre-bambino, ma, anche sulla situazione relazionale delle donna, sulla sua famiglia d’origine, sulla rete sociale, nonché sulla triade madre-padre-figlio. Non da ultimo, quanto emerso, ci fa riflettere sull’importanza della formazione e della condivisione tra operatori appartenenti ai vari Servizi ed alle Istituzioni coinvolte. Il dibattito conseguenti e la discussione di casi complessi, la stesura di buone prassi, concreta implementazione di ricerca ed osservazione, tanto clinica che quantitativa sono buoni punti di partenza.
  • XXIV Ciclo

Date

  • 2012-07-20T11:14:13Z
  • 2012-07-20T11:14:13Z
  • 2012-04-02
  • 1979

Type

  • Doctoral Thesis

Format

  • application/pdf

Identifier