• Rischio genetico e malformativo associato alle tecniche di fecondazione in vitro (IVF): studio caso-controllo basato sull'analisi cromosomica, ecografica e SNP array
  • GENETIC AND MALFORMATION RISK ASSOCIATED WITH TECHNIQUES OF IN VITRO FERTILIZATION (IVF): CASE-CONTROL STUDY BASED ON THE CHROMOSOMAL, PRENATAL ULTRASOUND AND SNP ARRAY ANALYSIS
  • Zanette, Marianna

Subject

  • malformazioni
  • anomalie genetiche e cromosomiche
  • fecondazione in vitro
  • analisi SNP array
  • SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE DELLA RIPRODUZIONE - indirizzo MEDICINA MATERNO INFANTILE PERINATOLOGIA
  • MED/40 GINECOLOGIA E OSTETRICIA

Description

  • 2011/2012
  • RAZIONALE DELLO STUDIO: Le tecniche di riproduzione assistita (ART) possono determinare sia per le procedure impiegate, che per le problematiche legate alla condizione di infertilità, un aumentato rischio di anomalie genetiche e malformative nel prodotto del concepimento. OBIETTIVI DELLO STUDIO 1. Stabilire, mediante l’analisi genetica (cromosomica e del DNA), la diagnosi prenatale ecografica e gli esiti pediatrici, la reale incidenza di anomalie genetiche e strutturali nei feti/bambini concepiti con tecniche di IVF rispetto a quelli concepiti naturalmente, identificando le anomalie genetiche e definendo i difetti strutturali. 2. Valutare l’associazione tra rischi genetici e malformativi e fattori quali: storia clinica e dell’infertilità, trattamenti eseguiti, ecc. 3. Valutare il decorso della gravidanza, le modalità del parto, le caratteristiche neonatali e gli esiti pediatrici fino a un anno di vita. MATERIALI E METODI Studio prospettico caso-controllo della durata di 4 anni. Sono stati selezionati 112 casi, pazienti che hanno concepito con ART, e 336 controlli, pazienti che hanno concepito spontaneamente. A ogni caso sono stati associati 3 controlli. I criteri di appaiamento sono stati l’età materna al momento del concepimento (± 1 anno) e la data dell’ ultima mestruazione (U.M). Per studiare la prevalenza di malformazioni e di anomalie genetiche, le due popolazioni sono state confrontate in merito agli esiti delle ecografie prenatali, dell’analisi del cariotipo, dell’analisi SNP array, delle visite neonatali e pediatriche. Il decorso e l’esito della gravidanza, l’epoca gestazionale e le modalità del parto, le caratteristiche neonatali (peso, equilibrio acido-base, APGAR) sono stati considerati come esiti secondari dello studio. RISULTATI ESITI PRIMARI La popolazione ART ha una prevalenza maggiore di malformazioni rispetto ai controlli, con una prevalenza di 7.2% (8/111) rispetto al 2.7% dei controlli (9/333) (Fisher's exact, p value 0.026). Questo risultato resta statisticamente significativo anche quando vengono considerate solo le malformazioni maggiori (Fisher's exact, p value 0.038), sia quando escludiamo dall’analisi le gravidanze gemellari (Fisher's exact, p value 0.028). Il Rischio Relativo (RR) della popolazione ART di sviluppare malformazioni è 2.7 volte superiore rispetto ai controlli [C.I 95%, 1.126038-6.474024]. Lo studio della prevalenza delle anomalie cromosomiche e genetiche non ha mostrato una netta e significativa differenza tra le due popolazioni, ma sicuramente ha evidenziato un trend di maggiore incidenza di difetti genetici nella popolazione IVF: 6.3% (7/111) nei casi, 2.1% (7/336), (Fisher's exact, p value 0.052). Le gravidanze gemellari non hanno presentato anomalie genetiche in entrambi i gruppi. Entrambi gli esiti primari sono stati poi analizzati considerando le seguenti variabili: tipo e tecnica di ART, causa e durata dell’infertilità, tipo di protocollo di stimolazione ovarica utilizzato, farmaco impiegato nell’induzione all’ovulazione, numero di tentativi falliti di ART precedenti, storia ostetrica pregressa. Nessuno di questi potenziali fattori di rischio ha mostrato una significatività statistica. L’analisi SNP array è stata effettuata su un totale di 168 gravidanze, 136 controlli e 32 casi. Lo studio array si è mostrato “positivo”, ossia ha evidenziato difetti nel numero di copie delle sequenze nucleotidiche (CNV polimorfiche), in 6 feti, tutti con cariotipo normale e appartenenti rispettivamente: 4 ai controlli e 2 ai casi. L’incidenza di questa anomalia agli SNP array non è statisticamente significativa nelle due popolazioni (Fisher's exact , p value 0.194). ESITI SECONDARI La prevalenza di gemelli è risultata essere significativamente maggiore (Fisher's exact, p value 0.000) nel gruppo IVF (20) rispetto ai controlli, con un RR di incorrere in gravidanza gemellare nella popolazione IVF di 7.5 volte superiore rispetto alla popolazione di controllo [C.I.95%, 3.398624-16.55082]. L’insorgere di patologia ostetrica durante la gravidanza è stato prevalente nei casi con il 17% (19/112) rispetto ai controlli 7.4% (25%) (Fisher's exact, p value 0.005), con RR pari a 2.28 [C.I. 95%, 1.306434-3.979076]. Le patologie prevalenti sono state: malattie ipertensive, casi 5.3% (6/112) vs controlli 1.5% (5/336) (Fisher's exact, p value 0.033), e di placenta previa centrale, 2.7% (6/112) nei casi vs 0% nei controlli (Fisher's exact, p value 0.015). Le gravidanze concepite mediante ART hanno una prevalenza significativa di esiti negativi, nei casi è pari all’8% (9/112) vs il 3% dei controlli (10/336) (Fisher's exact, p value 0.035). L’esito negativo prevalente è l’interruzione volontaria di gravidanza (Fisher's exact, p value 0.016) per malformazioni o aneuploidie cromosomiche. Il RR di esito avverso di gravidanza, nello specifico di IVG, nella popolazione IVF in studio è di 1.97 [C.I. 95% 1.19-3.26] rispetto alla popolazione di controllo. Non vi sono differenze significative nell’incidenza di aborto tardivo (Fisher's exact, p value 0.424) e non si registrano morti endouterine, nè perinatali. Le gravidanze gemellari non modificano gli esiti di gravidanza (Fisher's exact , p value 0.423). L’analisi della modalità di parto (parto vaginale spontaneo o operativo, taglio cesareo (TC) elettivo o di emergenza) ha evidenziato una maggiore prevalenza di tagli cesarei nei casi, 37.5% (42/112), rispetto ai controlli, 22.6% (76/336), (Fisher's exact, p value 0.001). Il RR delle gravidanze IVF di incorre in TC è pari a 1.68 [C.I.95%, 1.22-2.31]. Il parto prematuro è significativamente aumentato nella popolazione ART con il 13.5% (14/104) rispetto al 6.4% (21/326) dei controlli (Fisher's exact, p value 0.037). Il RR di avere un parto pretermine nella popolazione ART è pari a 2.09 rispetto ai controlli, [C.I.95% 1.102771-3.960049]. Questa differenza non si apprezza quando si escludono le gravidanze gemellari dall’analisi statistica (test Fisher's exact, p value di 0.184). Il ricovero presso la terapia intensiva neonatale (TIN) è significativamente maggiore nei casi con il 18.5% (19/103) rispetto al 9.8% (32/326) dei controlli (Fisher's exact, p value 0.023) e con un RR di 1.88 [95% C.I. 1.11-3.17]. “Correggendo” anche questo esito per la gemellarità non si osserva una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi (Fisher's exact, p value 0.123). La prevalenza di SGA (small for gestational age) è significativamente aumentata nella popolazione IVF con il 20.2% (21/104) vs il 10.7% (35/291) dei controlli (Fisher's exact, p value 0.007), con un RR pari a 1.69 [95% C.I. 1.15-2.49]. Escludendo i gemelli dall’analisi statistica non si ottengono differenze significative tra le due popolazioni (Fisher's exact, p value 0.088). La gravidanza gemellare in questo studio è la variabile che più influenza gli esiti neonatali studiati. Non vi sono differenze statisticamente significative tra i due gruppi in termini di APGAR al 1° e 5° minuto, di equilibrio acido-base, di insorgenza di patologie di tipo autoimmune o neurologico-comportamentali. I limiti di questo studio sono da ricercarsi soprattutto nell’esiguità del campione considerato. CONCLUSIONI I risultati ottenuti hanno permesso di evidenziare che nella popolazione IVF studiata esiste un rischio aumentato di malformazioni, 2.7 volte maggiore rispetto alla popolazione di controllo. Questa differenza non è così evidente nel caso delle anomalie genetiche. Una possibile spiegazione a questi risultati risiede verosimilmente nella complessità dell’eziopatogenesi delle malformazioni. Probabilmente sia l’origine e che il manifestarsi di un difetto strutturale dipendono da un’insieme di eventi capaci di interferire con i naturali processi di embriogenesi e di organogenesi. Le tecniche IVF possono alterare uno o più di questi naturali passaggi modificando il normale sviluppo embrionario e i meccanismi di impianto endometriale. La differenza di anomalie genetiche tra le due popolazioni non è significativa per ragioni diverse. Principalmente dall’esiguità del campione in studio, visto il trend dei risultati e vista la prevalenza ridotta di difetti genetici nella popolazione generale. Poi è probabile pensare che le anomalie cromosomiche siano maggiormente determinate per lo più dall’avanzare dell’età materna, e meno da altri fattori concomitanti. Inoltre si può ipotizzare che le procedure IVF possono incrementare difetti in gameti, che sia per l’età avanzata e sia per un fattore maschile severo, sono già suscettibili di anomalie. L’impiego degli SNP array è utile riservarlo a quei feti che mostrano malformazioni o che hanno anomalie cromosomiche, come traslocazioni o mosaicismi, o nei bambini che presentano difetti o sindromi o ritardi psico-motori (RPM) a eziologia non definita.
  • XXV Ciclo

Date

  • 2013-04-15T13:33:24Z
  • 2013-04-15T13:33:24Z
  • 2013-04-09
  • 1979

Type

  • Doctoral Thesis

Format

  • application/pdf

Identifier