• Giovani e nuovi media: dinamiche relazionali e pratiche di consumo digitali
  • Young people and new media: digital consumption practices and relational dynamics
  • Qualizza, Gabriele

Subject

  • Generazioni
  • Millennials
  • Nativi digitali
  • Nuovi media
  • Domestication
  • Information and Communication Technologies
  • Marca
  • Social network
  • Consumo
  • SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE DELLA RIPRODUZIONE - indirizzo RELAZIONALE EDUCATIVO
  • SECS-P/08 ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE

Description

  • 2011/2012
  • Il rapporto tra giovani consumatori e nuovi media è un tema di stringente attualità. La generazione emergente dei Millennials (Howe e Strauss, 2000; Id., 2007) – termine utilizzato per denominare quanti sono entrati, o stanno per entrare, nel mondo degli adulti in data successiva all’inizio del nuovo millennio – è cresciuta infatti in un ambiente segnato dalla presenza pervasiva delle nuove tecnologie digitali, sempre più integrate nelle diverse forme di comunicazione mediata. Spesso marginalizzati come semplici “eco” dei Boomers, i giovani di questa generazione – identificati anche come Nativi digitali (Prensky, 2001a; Id, 2001b), Net Generation (Tapscott, 1998; Id., 2009; Junco e Mastrodicasa, 2007), Generazione Y (Kotler e Armstrong, 2006), Generation Me o iGeneration (Twenge, 2006), Thumb Generation (Tréguer e Segati, 2003) – si muovono in un contesto in continuo cambiamento, segnato per un verso dalla convergenza tra piattaforme tecnologiche diverse, che creano un ambiente comunicativo integrato, senza soluzioni di continuità tra online e offline (Mascheroni, 2010), per un altro verso dalla diffusione di culture partecipative, caratterizzate dal crescente protagonismo degli utenti (Jenkins, 2006; Boaretto, Noci e Pini, 2007; Ritzer e Jurgenson, 2010; Anderson, 2012), un trend che trova riscontro online nello sviluppo del web 2.0 (O’Reilly, 2005). Il richiamo al termine “generazione” non è casuale: senza prescindere dal dato anagrafico e biologico (l’età e la fase del corso della vita), tale concetto pone l’accento su variabili socio-culturali, ossia sulle vicende storiche di cui si è testimoni e sui consumi culturali di cui si fruisce negli anni della giovinezza, nella convinzione che l’elaborazione di tali esperienze risulti decisiva nel creare un “nesso”, una mutua identificazione, tra persone che, una volta entrate a pieno titolo nella vita adulta, continuano a coltivare valori, ideali, aspettative comuni (Mannheim, 1928; Sciolla, 2002; Gnasso e Parenti, 2003; Fabris, 2008). La generazione non è quindi un anonimo aggregato di individui appartenenti alla medesima fascia di età, ma un costrutto socio-antropologico, contrassegnato da specifici “indicatori” o “marcatori” (vissuti comuni, fatti memorabili, riti e miti): nel caso dei “Millennials” tali elementi sembrano identificabili nel definitivo avvento di Internet e nel trionfo della cultura digitale (Fabris, 2008). A partire da una rilettura in chiave socio-antropologica della nozione di “consumo”, inteso come linguaggio, repertorio simbolico, sistema per organizzare valori e relazioni sociali (Douglas e Isherwood, 1979; Bourdieu, 1979; McCracken, 1988), incessante lavoro di “fabbricazione” di significati personali (de Certeau, 1980), il presente lavoro si è proposto dunque di chiarire in che modo le giovani generazioni, utilizzando i nuovi media, si muovono nell’ambiente, organizzano i tempi e gli spazi, attraversano i confini tra online e offline, danno forma al loro universo simbolico e relazionale. In questo percorso la prospettiva teorica della “domestication” ha rappresentato un punto di riferimento costante, sia nella fase di definizione del disegno di ricerca, sia nella fase di analisi e interpretazione dei dati raccolti: si tratta di un quadro concettuale, elaborato da Silverstone, Hirsch e Morley (1992), che orienta l’attenzione sui vissuti sociali e simbolici che caratterizzano il processo di integrazione e consumo delle tecnologie comunicative nel contesto della vita quotidiana. In particolare, per la parte empirica del presente lavoro ci si è avvalsi di un questionario semi-strutturato, somministrato a un campione di 514 soggetti di età compresa tra 15 e 24 anni, residenti nella città di Trieste e nel territorio della Regione Friuli Venezia Giulia. L’ampia base di dati raccolti tramite questionario è stata successivamente integrata da interviste in profondità, che hanno coinvolto sia soggetti appartenenti alla fascia d’età interessata alla rilevazione, con l’obiettivo di approfondire lo studio dei vissuti esperienziali connessi alle attività di comunicazione mediata dalle tecnologie, sia educatori, formatori, esperti di comunicazione, per il commento dei risultati della ricerca. Nello specifico, le aree di indagine sottoposte a rilevazione sono riconducibili a cinque nuclei tematici fondamentali: dotazioni tecnologiche, percorso di adozione dei nuovi media e delle principali device digitali, tempi e spazi della vita quotidiana dedicati alla fruizione di contenuti mediali; pratiche di consumo digitali, con particolare attenzione per i valori e i significati attribuiti alle nuove tecnologie comunicative, come cellulare/smartphone, web e social network; reti di relazione (tanto online, quanto offline) in cui si insediano le pratiche comunicative riferite ai nuovi media; territori socio-culturali che svolgono un ruolo significativo nella costruzione di una specifica identità generazionale; declinazione delle logiche di rete, partecipative e interattive, in riferimento a molteplici contesti della vita quotidiana (media, relazioni interpersonali, consumi culturali, marche, ambienti formativi). L’indagine ha messo in luce i numerosi elementi problematici connessi ad un’applicazione acritica dell’etichetta di “nativi digitali” ai giovani delle ultime generazioni. I dati raccolti confermano l’ampia diffusione delle nuove tecnologie comunicative, ma mettono anche in evidenza il ruolo centrale svolto da altri elementi - variamente riconducibili al tema della “connettività ubiqua” - nella costruzione del senso di appartenenza generazionale. L’elaborazione dei dati ha inoltre consentito di portare l’attenzione su gruppi omogenei di fruitori, riconducibili a differenti profili di consumo, che sono risultati corrispondenti ad altrettante strategie comunicative, in ciascuna delle quali si esprime un coerente progetto di senso: in ogni caso, gli intervistati non deducono, in maniera deterministica, le regole che governano i comportamenti e le relazioni in rete dalle caratteristiche e dalle funzionalità delle diverse piattaforme tecnologiche, ma esprimono piuttosto forme di “adattamento creativo” all’ambiente, per cui è sempre più la finalità relazionale a dare forma allo spazio digitale. Di conseguenza, l’ingresso nella rete non viene vissuto come attraversamento di una soglia, fuga dalla realtà, sostituzione della propria identità quotidiana con un’identità fittizia e virtuale, ma come espansione delle proprie possibilità di presenza. Nel complesso, dall’indagine è emersa la trasformazione di carattere “social”, che ha investito il web in questi anni: da archivio digitale a catalizzatore di relazioni, da deposito di informazioni ad ambiente comunicativo integrato. In questo senso, la rete permette di valicare i confini tra interiorità personale e condivisione conviviale, generando forme inedite di tattilità sociale, cementate da emozioni, passioni e sentimenti condivisi.
  • XXV Ciclo
  • 1962

Date

  • 2013-04-15T13:52:43Z
  • 2013-04-15T13:52:43Z
  • 2013-04-09

Type

  • Doctoral Thesis

Format

  • application/pdf

Identifier